- Ospedale: è davvero un luogo sicuro?
- Ma su chi ricade la responsabilità se lasciamo un oggetto in stanza per andare a fare una visita?
- Protocolli aziendali e precauzioni
Almeno una volta nella vita è capitato a chiunque di essere vittima di un furto, che si trattasse di beni di modesto o considerevole valore. Si tratta indubbiamente di avvenimenti spiacevoli, indipendentemente dall’entità del danno subìto. Ma se la circostanza in cui il furto si verifica rientra all’interno di una struttura ospedaliera la vicenda diventa ancora più sgradevole.
Ospedale: è davvero un luogo sicuro?
Normalmente infatti si tende a pensare all’ospedale come ad un luogo sicuro in cui il paziente trova assistenza e protezione, ove si affida a professionisti che si occupano non solo della sua salute fisica ma anche del suo benessere e della sua tranquillità per tutta la permanenza nella struttura. Purtroppo però, gli episodi di furti all’interno degli ospedali non sono così rari.
Inoltre, l’oggetto in questione potrebbe tranquillamente riguardare non solo un oggetto personale comune, come una borsa o una giacca, ma anche un presidio volto alla correzione di una disfunzione fisica del paziente, come: protesi dentarie, protesi degli arti superiori o inferiori, protesi auricolari, farmaci, ricette mediche, ecc.
Ma su chi ricade la responsabilità se lasciamo un oggetto in stanza per andare a fare una visita?
La questione risulta complessa e non è di immediata risoluzione.
Innanzitutto, la legge italiana non disciplina nello specifico il furto all’interno delle strutture ospedaliere, ma applica alla fattispecie le norme generali contenute nel codice civile e nel codice penale. Ciononostante, essendosi manifestate spesso situazioni in cui gli ospedali venivano coinvolti in casi di furto, i Tribunali hanno assunto un orientamento comune: le aziende ospedaliere sono responsabili della custodia dei beni del paziente. Le sentenze di riferimento sono la n. 21026/2013 del Tribunale di Bologna e la n. 304/2014 del Tribunale di Pisa.
In particolare, in queste pronunce si statuisce che la responsabilità della conservazione degli effetti personali dei degenti è attribuita ai coordinatori infermieristici, cioè a coloro che all’interno degli ospedali hanno un ruolo di collegamento tra le attività di direzione e di gestione del lavoro e le esigenze cliniche e di assistenza al malato. Tuttavia, a compiere le attività pratiche di custodia dei beni del paziente sono, di fatto, gli infermieri, in quanto si tratta dei professionisti sanitari che trascorrono più tempo a contatto con il paziente e sono dunque costretti ad obblighi professionali che riguardano la gestione e la custodia degli effetti personali dei pazienti. Pertanto, anche nei loro confronti sono previste responsabilità sia dal punto di vista civile che dal punto di vista penale.
Dunque, al paziente che abbia subito un furto potrà essere riconosciuto il risarcimento dei danni. Ad ogni modo, lo smarrimento dei beni personali dei pazienti durante un ricovero ospedaliero o dopo l’esecuzione di pratiche sanitarie, oltre a creare un danno al paziente, lede il rapporto di fiducia tra l’Azienda Sanitaria e il paziente stesso.
Protocolli aziendali e precauzioni
Per questo motivo le Asl e le Case di Cura, sotto il controllo del Ministero della Salute, hanno predisposto dei protocolli aziendali rivolti sia al paziente che al personale sanitario, con lo scopo di individuare le modalità di custodia e di gestione degli effetti personali. In questo modo verranno tutelati contemporaneamente sia il paziente che le aziende sanitarie.
Va comunque sottolineato che legalmente le Aziende Sanitarie non hanno nessuna responsabilità per ciò che concerne il furto di oggetti personali avvenuto da parte di persone estranee alla azienda, salvo i casi in cui non siano state garantite le procedure minime per la salvaguardia degli accessi ai locali aziendali da parte di sconosciuti.