- Come si apre una Partita IVA
- Tipologie di Partita IVA
- Costi apertura e mantenimento della Partita IVA
- Tempistiche avvio Partita IVA
- Quanto costa la Partita IVA se non fatturo?
Aprire una Partita IVA è il primo passo che qualunque privato deve compiere per avviare un’attività da lavoratore autonomo o una ditta individuale. Chi decide di intraprendere questa strada deve essere preparato, conoscere tutti i dettagli necessari e i passi da compiere per intraprendere al meglio questo percorso. Ogni imprenditore deve valutare accuratamente i costi e gli adempimenti, come ad esempio l’iscrizione al Registro Imprese presso le Camere di Commercio, obbligatoria per le imprese individuali ma non per gli autonomi.
Come si apre una Partita IVA
Per aprire partita IVA è necessario recarsi presso gli uffici all’Agenzia delle Entrate per comunicare l’inizio dell’attività entro 30 giorni. Seguendo l’iter tradizionale bisogna presentarsi fisicamente negli uffici in possesso di un documento di riconoscimento valido, carta d’identità o passaporto, altrimenti è possibile inviare gratuitamente una richiesta di apertura della Partita IVA online oppure inviando una raccomandata AR o, infine, rivolgendosi a un commercialista incaricato di svolgere le operazioni richieste per proprio conto.
In tutti i casi risulta necessaria la compilazione del modello di inizio attività: il modello AA9/12 per ditte individuali e lavoratori autonomi, oppure il modello AA7/10 per i soggetti diversi dalle persone fisiche, nei quali va indicato il codice ATECO della propria attività. In seguito l’imprenditore dovrà scegliere quale regime fiscale assumere (forfettario, ordinario o semplificato).
Dopodiché, l’Agenzia procederà con le dovute verifiche e, se la documentazione risulterà idonea, assegnerà il codice di 11 cifre al richiedente, utile a identificare in maniera univoca gli operatori che svolgono una propria attività economica all’interno del territorio italiano, la Partita IVA appunto. Infine, i lavoratori autonomi dovranno aprire una posizione previdenziale presso l’Inps, mentre per coloro che aprono una attività individuale dovranno iscriversi anche presso la Camera di Commercio, comunicando al Comune di residenza l’avvio dell’impresa.
Tipologie di Partita IVA
Gli imprenditori hanno la possibilità di scegliere tra differenti regimi fiscali:
- Regime Fiscale Forfettario: è l’unico regime fiscale italiano agevolato. Detengono la possibilità di accedere al regime gli imprenditori che l’anno precedente hanno conseguito ricavi non superiori a 85.000 euro, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta. Per coloro che superano questa soglia il regime cessa la sua applicazione dall’anno successivo. Può accedere a questo regime fiscale chi ha sostenuto spese per dipendenti e collaboratori senza superare i 20.000 euro, mentre coloro che stanno avviando l’attività possono richiedere l’accesso al regime fiscale forfettario e avvalersene fin dall’inizio.
- Regime Fiscale Ordinario: è il regime fiscale obbligatorio per Società di persone, ditte individuali o enti non commerciali che non possono accedere al regime forfettario. Viene applicato a società di che l’anno prima non hanno avuto ricavi superiori a 400.000 euro per prestazione di servizi oppure 700.000 euro per le altre attività.
Costi apertura e mantenimento della Partita IVA
In Italia l’apertura della Partita IVA di per sé è gratuita. Chi avvia una ditta individuale deve però iscriversi alla Camera di Commercio, ed il diritto camerale costa circa 150 euro l’anno. Esistono poi dei costi variabili in base al profilo del contribuente:
- Il libero professionista che esercita un’attività che prevede l’iscrizione ad un albo o registro, dovrà considerare i costi di iscrizione all’albo, che variano in base alla all’attività professionale svolta;
- Le ditte individuali devono invece sostenere i costi connessi all’iscrizione nel Registro Imprese.
Oltre ai costi di apertura, la spesa periodica per mantenere la partita IVA consiste nel pagamento del servizio offerto dal commercialista.
Il primo anno di apertura di una Partita IVA non prevede alcun pagamento di tasse, bensì queste verranno slittate nel secondo anno di attività. Le tasse previste nel primo anno non andranno perse, ma verranno pagate a titolo di saldo nel corso dell’anno successivo. Quindi, dal secondo anno due saranno le date da tener presente:
- 30 giugno, per il pagamento del saldo dell’anno precedente e del primo acconto per l’anno in corso;
- 30 novembre, per il versamento del secondo acconto.
Il costo annuale di una Partita IVA varia a seconda del regime fiscale scelto. Ad esempio, una partita IVA in regime forfettario può costare tra i 200 agli 800 euro più IVA per anno, a seconda della tipologia di consulenza di cui il contribuente ha bisogno.
Oltre a questo, si devono valutare infine le tasse e i contributi previdenziali, che cambiano in base alla tipologia di partita IVA aperte. Nel regime forfettario, in generale, i costi di gestione sono di gran lunga inferiori rispetto ad una Partita IVA in regime di contabilità ordinaria.
Tempistiche avvio Partita IVA
Se si sceglie di rivolgersi a un commercialista o a un consulente fiscale si parla di pochi minuti. Se si decide, invece, di gestire personalmente tutta la pratica potrebbe volerci più tempo. Sarà necessario raccogliere tutti i documenti richiesti e presentarli presso un CAF o direttamente all’Agenzia delle Entrate. Il tempo impiegato dalle autorità fiscali per elaborare la richiesta può variare a seconda del periodo dell’anno. In genere, per un libero professionista bastano 24 ore, mentre ci vogliono circa 15-30 giorni lavorativi per le ditte individuali.
Quanto costa la Partita IVA se non fatturo?
Una partita IVA aperta anche se non fattura è soggetta ai costi di mantenimento in attività (fino alla chiusura d’ufficio dopo tre anni). Come sempre i costi variano in base all’attività scelta e al tipo di regime fiscale. Ad esempio, un professionista, un commerciante o un artigiano senza cassa non dovrà sostenere oneri a parte quelli INPS.
Ovviamente, chi non fattura non dovrà pagare imposte non avendo un imponibile su cui applicare la medesima. Restano invece da pagare i contributi previdenziali, anche a fatturato zero.