Nel 2020 sono stati 962mila i lavoratori che sono rimasti a casa per presunto rischio di aver contratto la malattia Covid-19 e se prima il Governo aveva previsto l’indennità da quarantena, oggi le cose sembrano essere cambiate.
Ma vediamo nel dettaglio cosa è successo.
L’annuncio del presidente dell’Inps
Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, ha annunciato nelle scorse settimane che attualmente non vi sono fondi sufficienti per il 2021 volti alla tutela della quarantena. Stando alle parole del presidente, più volte era stato segnalato al Governo la mancanza di coperture: “Il legislatore attualmente non ha previsto, per l’anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela della quarantena e pertanto, salvo eventuali interventi normativi, l’Istituto non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso” si legge nella circolare dell’Inps.
Quali sono i rischi?
Ad oggi, in caso di contatto con una persona affetta da Covid, sono obbligatori 7 giorni di quarantena per chi è vaccinato e 10 per chi non lo è.
Ne consegue che questo periodo non sarà più riconosciuto dall’Istituto come malattia andando quindi a pesare su tutte le aziende e dipendenti che non possono lavorare da remoto.
E se da una parte le imprese rischiano di dover gestire l’assenza di personale, dall’altra i lavoratori potrebbero veder decurtato il proprio stipendio.
Secondo Unimpresa, se questa situazione si dovesse protrarre nel tempo i lavoratori rischieranno di ritrovarsi in busta paga 600 o 700 euro in meno rispetto al loro stipendio.
I sindacati si sono immediatamente attivati chiedendo un intervento normativo urgente al Governo per assicurare la tutela di ogni lavoratore in questo periodo già molto delicato sia per le imprese che per i singoli.