I rischi informatici per gli architetti

Il futuro è digitale, da molto prima che la parola “smart-working” diventasse di uso comune. La prova lampante? Il fatto stesso che questo articolo si possa leggere soltanto attraverso l’utilizzo di un device elettronico, quale computer, smartphone o tablet, e tuta una serie di strumenti quotidiani entrati di prepotenza nella vita di tutti i giorni. In un’epoca in cui tutto (comprese le assicurazioni di Lokky) si fa e si disfa attraverso uno smartphone, era solo questione di tempo prima che anche sul luogo di lavoro gli strumenti digitali diventassero fondamentali alla sopravvivenza di tantissime attività, dai bar ai ristoranti, dai negozi di abbigliamento ai supermercati.

Ma la pandemia non ha fatto che accellerare un cambiamento che era già inevitabile: la transizione verso un mondo “digital” si è ormai infiltrata anche nell’ambito privato, legando tutti gli “utenti” all’utilizzo forzato delle nuove tecnologie 4.0.

→ Con tecnologie 4.0 si fa riferimento a tutte le tecnologie di ultima generazione che guardano all’automazione industriale come nuova frontiera del miglioramento delle condizioni di lavoro, nonché di aumento della produttività e soprattutto della qualità produttiva (anche se non tutti gli studiosi sono poi così d’accordo).

Che cos’è il Cyber Risk

Il Cyber Risk (o Rischio informatico) consiste in «qualsiasi rischio di perdita finanziaria, distruzione o anche solo semplicemente un danno alla reputazione di un brand, azienda o realtà commerciale che sia da imputare a un malfunzionamento del sistema informatico» (Institute of Risk Management). In altre parole, con “Cyber Risk” si fa riferimento al rischio di incorrere in ingenti perdite economiche a causa di alcuni eventi dannosi, sia che si tratti di episodi accidentali che di vere e proprie proprie azioni criminali messe in atto per danneggiare il sistema informatico di un’azienda o di una realtà commerciale (hardware, software, banche dati, etc.).

Non serve essere i titolari di grandi aziende per aver vissuto un episodio di Cyber Crime (attacco informatico), come potrebbe essere, per fare un esempio, un profilo hackerato. Il Rischio Informatico, sia nella sua forma dolosa (RISCIO IT) che colposa (CYBER CRIME), rappresenta uno dei pericoli più grandi per tutte le attività e professioni. Che si sveli nella violazione di un pc privato, o che si tratti di un’operazione criminale studiata nei minimi dettagli che mette in ginocchio un’intera azienda, magari causandone l’interruzione delle attività, tutti devono restare in guardia e tutelarsi dalla possibilità di subire un attacco informatico.

I rischi informatici per gli architetti 

Non c’è dubbio: il Cyber Risk è il terrore di tutti i professionisti tecnici, in primo luogo per gli Architetti. L’emergenza sanitaria e il fenomeno dello smartworking (o “lavoro agile”, per dirlo in italiano) hanno costretto i professionisti del settore edile ad accellerare la transizione da un lavoro in presenza a uno a distanza, digitale, ma il cambiamento era nell’aria da tanto tempo. Basti pensare, banalmente, al fatto che tutti i progettisti ormai lavorano al pc!

Da quando il computer è diventato lo strumento di lavoro per eccellenza, infatti, soprattutto per le professioni tecniche, la maggior parte dei documenti degli Architetti si è trasferita su supporto informatico: non solo progetti, bozze, proposte, o ancora render, presentazioni, moodboard per il cliente, ma anche strumenti di lavoro come programmi di design, strumenti di calcolo e più in generale diversi tool di supporto a una progettazione smart.

È chiaro, però, che il lavoro sul computer, per quanto facilitato dagli strumenti digitali, apre la porta a rischi che prima non dovevano nemmeno essere considerati:

  • da un lato al cosiddetto RISCHIO IT, ovvero quei rischi derivanti da eventi accidentali sui sistemi informatici (potrebbe essere il caso estremo di un incendio alla struttura che distrugge tutto il sistema informatico di uno Studio, o quello molto più probabile di uno spegnimento improvviso del computer dovuto a un guasto della corrente, che potrebbe mandare all’aria ore e ore di lavoro del professionista);
  • dall’altro lato al CYBER CRIME (Reato Informatico), ovvero i rischi connessi a vere e proprie attività criminali per mano di un soggetto terzo (i veri e propri attacchi informatici).

Il rischio di perdere documenti preziosi a causa di una piccola distrazione o dell’approssimazione, così come l’eventualità di vedersi sottrarre i piani di lavoro, gli schizzi e i disegni per ogni cliente, di per sé è sufficiente a mettere in guardia qualsiasi Studio professionale.

I reati informatici per gli architetti: un esempio 

Non serve andare tanto lontano per ricordare alcuni episodi “famosi” nell’ambito della sicurezza informatica per gli architetti.

Qualche anno fa, per esempio, gli esperti di Cyber Security avevano individuato un programma nocivo che infettava una delle piattaforme di progettazione più comuni in ambito industriale, ovvero AutoCAD (dove “CAD” sta per “Computer Aided Design”). Il nome tecnico del malware era “ACAD/Medre.A”: il malware, in pratica, era in grado di rilevare tutti i progetti CAD aperti e trasmetterli attraverso diversi account e-mail creati ad hoc su provider cinesi. La conseguenza più pericolosa? Senza dubbio il furto della proprietà intellettuale. Una volta copiati e trasferiti, infatti, tutti i file potevano essere aperti senza difficoltà, permettendo ai ladri non solo di utilizzare i progetti altrui, ma anche di registrare il brevetto prima dell’architetto che l’aveva effettivamente concepito.

Per far fronte ai nuovi pericoli messi in campo dal Cyber Risk, negli ultimi anni sono nate diverse polizze assicurative specifiche e dedicate. La polizza Cyber Risk di Lokky è studiata per dare una risposta semplice al crescente rischio informatico a cui sono sottoposti gli architetti.

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