- Trend del momento sui social network: l’app NGL
- Privacy a rischio con NGL
- Come proteggersi dagli abusi online
Le app ideate per formulare domande anonime online spopolano dai tempi di Ask. Da dopo il boom della scorsa estate, l’app NGL, che consente di lasciare commenti e domande in anonimato, continua a essere molto utilizzata dagli utenti della rete. Tuttavia, nonostante il divertimento associato a queste tipologie di applicazioni, installare e utilizzare app simili può danneggiare la privacy dei navigatori della rete internet.
Trend del momento sui social network: l’app NGL
Da una decina di anni a questa parte, a partire dal lontano fenomeno di Ask nato nel 2010, le app che incitano gli utenti a porre domande anonime ai propri amici e conoscenti sui social network sono spopolate. Prima, creando un vero e proprio social a parte, adesso attraverso applicazioni come NGL, con dei semplici adesivi, da incollare sulle storie Instagram a piacimento. Ma come mai ha riscosso così tanto successo? La fitta rete social ormai da tempo consolidata, incoraggia il singolo ad esprimersi liberamente, usando il proprio feed come vetrina e osservando quello degli altri, lontano dal confronto faccia a faccia.
NGL attualmente è l’app più conosciuta per porre domande anonime sui social network. Se nei mesi scorsi sono spuntate ovunque le storie con i box di commento intitolati «Fammi una domanda anonima», il merito è di questa applicazione creata su misura per cercare di applicare l’anonimato ad Instagram. L’acronimo di Not Gonna Lie (ossia “non dirò bugie” in inglese) è un’app semplicissima da usare: una volta scaricata e rilasciato il consenso ad accedere ai propri canali, consente all’utente di creare un link da incollare nella propria storia o profilo Instagram, invitando i propri follower a inviarti domande e messaggi anonimi. Quando qualcuno risponde formulando una domanda, l’utente riceverà i messaggi nella casella di posta NGL e cliccando sulla CTA (o bottone) “rispondi” potrà pubblicare i messaggi all’interno della propria storia di Instagram o decidere di eliminare il messaggio ricevuto. Un meccanismo semplice e immediato che ha portato più di 15 milioni di persone a scaricarla nel corso dell’ultimo anno.
Privacy a rischio con NGL
Il vero problema legato a NGL, e a tutte le applicazioni volte a fare domande anonime sui social, riguarda la sicurezza dei dati e delle informazioni rilasciate dagli utenti. L’anonimato online rischia sempre un po’ di far emergere i vecchi problemi legati al cyberbullismo e agli abusi online. Un simile strumento, infatti, nutre il desiderio dei giovanissimi di avere conferme (sapere se si è seguiti, amati, odiati, ecc.) e, proprio per questo, può rappresentare un pericolo non da poco, se le domande fatte non hanno le migliori intenzioni.
Per alimentare l’hype legato a NGL, inoltre, l’app stessa ha creato dei bot automatici, che generano domande per gli account che hanno condiviso l’adesivo. In pratica l’applicazione ‘bara’ e non riporta unicamente le reali domande pronunciate dai follower dell’utente. Una persona, quindi, crede di rispondere a una domanda posta da un amico o da un fan, mentre in realtà si tratta di un quesito aggiunto per fare numero in maniera automatizzata. Un meccanismo truffaldino soprattutto dato dal fatto che NGL offre una versione premium a 9,99 dollari a settimana pensata appositamente per i più curiosi, in grado di fornire una serie di suggerimenti per indirizzare lo user dell’app su chi ha postato le domande anonime, anche se quest’ultime risultano fake.
Oltre alla truffa, il rischio principale si lega al fatto che dietro a NGL potrebbe nascondersi anche un hacker pronto ad archiviare informazioni importanti riguardanti la vita privata degli utenti per usarli a proprio vantaggio e per scopi malevoli. Come? Molto spesso le persone impostato una domanda di sicurezza per proteggere la propria mail, convinti che nessuno sconosciuto potrebbe venire a conoscenza, ad esempio, della loro band o piatto preferito? NGL permettendo di fare domande del genere, senza dare troppo nell’occhio, dà la possibilità ai malintenzionati di raccogliere informazioni utili ad hacker gli accessi a banche, conti online, assicurazioni, ecc.
Come proteggersi dagli abusi online
Il problema riguarda principalmente la moderazione dei contenuti: risulta necessario introdurre un filtro sufficientemente strutturato che eviti le ondate di odio e insulti. Per garantire la sicurezza degli utenti bisognerebbe sfruttare le intelligenze artificiali per la moderazione dei contenuti. Attualmente in casi di cyberbullismo è possibile solamente segnalare il contenuto e bloccare il mittente.