Busta paga 2023: cosa sta cambiando

Busta Paga 2023: cos’è

Anche la busta paga nel 2023 ha subito alcune modifiche in base agli aggiornamenti relativi alle leggi e alle normative del Paese. In generale, la busta paga è un documento che riassume tutte le informazioni relative allo stipendio di un lavoratore, incluse le imposte e le tasse. Essa contiene tutte le informazioni relative allo stipendio di un lavoratore (dipendente pubblico o privato), compresi i dati personali del lavoratore, l’importo dello stipendio, le detrazioni fiscali e previdenziali, le tasse, le ritenute e gli eventuali bonus.

La busta paga viene emessa mensilmente dal datore di lavoro e viene consegnata al lavoratore, che può usarla come documento comprovante del proprio reddito e delle tasse pagate. Inoltre, la busta paga costituisce un documento importante in caso di richiesta di finanziamenti o mutui, poiché dimostra la capacità di rimborso del lavoratore.

Busta Paga 2023: tutte le novità

Ma quali sono le novità per il 2023? Ad oggi, non ci sono state modifiche significative alle buste paga per il 2023, poiché le decisioni riguardanti il salario minimo, le aliquote fiscali, i contributi previdenziali e le detrazioni fiscali vengono di norma prese annualmente o ogni due anni, sulla base delle previsioni economiche e delle esigenze del Paese.

Ad ogni modo tra le ‘novità’ troviamo:

  • Rinnovamento del taglio al cuneo fiscale: la Legge di bilancio ripropone anche quest’anno l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore. L’articolo 1, comma 281, Legge numero 197/2022, in via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, prevede la misura del taglio del cuneo fiscale, con il chiaro scopo di ridurre le trattenute in busta paga per i dipendenti, beneficiando così di un aumento del netto. Quest’ultimo opererà secondo due differenti aliquote: una percentuale di sconto del 3% sui contributi a carico dei lavoratori con una soglia di accesso fissata a €1.923 mensili (€25mila annui); un taglio del 2% sui contributi dovuti sulle retribuzioni fino a €35mila annui (€2.692 mensili).
  • Modifica scaglioni di reddito e aliquote IRPEF: Dal 2022 sono state ridotte le aliquote IRPEF da applicare ai redditi da €15.000 a €50.000 ed è stato ampliato lo scaglione di reddito a cui si applica l’aliquota più alta del 43% anche per il 2023: 23% di aliquota fino a €15.000; 25% oltre €15mila e fino €28mila; 35% oltre €28mila e fino a €50mila; infine, 43% oltre €50mila;
  • Detrazioni per redditi da lavoro dipendente, assimilati e pensioni: il calcolo dell’IRPEF 2023 va diminuito con alcune detrazioni d’imposta, che possono essere forfettarie perché legate al tipo di reddito oppure calcolate in percentuale su alcune tipologie di spese;
  • Trattamento integrativo (Bonus Renzi): il trattamento integrativo IRPEF fino a €100, che ha sostituito il Bonus Renzi da €80, è stato confermato in busta paga anche nel 2023. Lo ricevono: in misura piena coloro che hanno un reddito fino a €15mila; può essere ridotto e anche non spettare per i redditi fino a €28mila se le altre detrazioni (familiari a carico, lavoro dipendente, mutuo prima casa e lavori edilizi) superano l’imposta lorda dovuta; non spetta sopra la soglia di €28mila.

Va sottolineato che le modifiche apportate alla busta paga vengono di norma comunicate ai lavoratori con un certo anticipo, per consentire loro di comprendere a pieno come queste influenzeranno il loro stipendio. Solitamente, le informazioni relative alla busta paga vengono divulgate tramite il contratto di lavoro, gli accordi sindacali, le circolari del datore di lavoro o attraverso il sito web dell’ente previdenziale o fiscale competente. Dato l’impatto significativo che queste modifiche possono detenere nei confronti dei lavoratori, è importante monitorare attentamente i cambiamenti e comprendere come questi influenzeranno il proprio reddito e le proprie finanze personali.

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