- Limite di pagamento in contanti: iniziative per ridurre l’uso
- La questione “limite del contate”
- I pagamenti elettronici
Limite di pagamento in contanti: iniziative per ridurre l’uso
Negli ultimi anni, il limite di pagamento in contanti è diventato un argomento molto discusso e ha subito diverse modifiche. In passato, era possibile pagare in contanti senza limiti, ma negli ultimi anni sono state introdotte limitazioni per contrastare l’evasione fiscale.
Nel 2001, ad esempio, il limite di pagamento in contanti era di 10.000 euro, mentre era stato ridotto negli anni e si era arrivati ad una proposta di limite a 1.000 euro. La Legge di Bilancio 2023 ha poi portato il limite di pagamento in contanti a 5.000 euro, invece di ridurlo a 1.000 euro come inizialmente previsto. Ciò rappresenta un aumento significativo rispetto al limite di pagamento in contanti attuale di 2.000 euro.
Questa fattispecie non cambia alcunché rispetto alle grandi spese che aziende o utenti finali devono affrontare (pensiamo ad una casa, automobile o macchinario per l’impresa), che necessiterebbero comunque di un investimento molto più ingente e conseguentemente di strumenti di pagamento tracciabili, quali bonifici, carte di credito, prestiti.
La questione “limite del contate”
In merito all’importanza e all’attenzione che l’opinione pubblica ed il dibattito politico riservano verso la questione “limite del contate” è importante precisare che esistono ragioni culturali, fiscali e burocratiche impattate dall’utilizzo di contanti e non. In primis ovviamente emerge il tema dell’evasione fiscale, che trova ostacoli quasi insormontabili quando si utilizzano strumenti di pagamenti tracciabili. L’evasione fiscale ha ricadute negative sul gettito fiscale e viene spesso additata dalla politica quale ostacolo alle riforme, all’apertura di grandi cantieri e alla possibilità di fare riforme impattanti.
Oltre all’aspetto fiscale, ci sono anche altre ragioni pratiche, legate all’attività quotidiana di ciascuno e che spesso sono sottovalutate, per le quali si tende a consigliare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili. Ad esempio, questi strumenti offrono maggiori garanzie di sicurezza, poiché i pagamenti possono essere, appunto, rintracciati in caso di frodi o problemi con il venditore.
Ancora, in merito alla questione culturale, esiste una certa avversità sia da parte degli esercenti, che da parte dell’utilizzatore finale, al dover sostenere costi per l’accettazione o esecuzione di un pagamento. Si pensi alle percentuali di accettazione di pagamento con carte di credito o al costo di esecuzione di un bonifico.
I pagamenti elettronici
In merito ai pagamenti elettronici, comunque, restano valide le regole introdotte anche a causa del periodo COVID circa l’obbligo di accettazione, da parte di esercenti di varia natura, di pagamenti con strumenti elettronici. In questo caso, viene abbattuto il limite minimo previsto in passato, rendendo di fatto libero il consumatore di imporre il metodo di pagamento preferito.
In conclusione, l’incremento apportato al limite di pagamenti in contante nel 2023 è un caso in controtendenza rispetto al trend italiano ed internazionale. Essendo inoltre un’ennesima revisione avvenuta negli ultimi anni, pensiamo sia plausibile prevedere ulteriori evoluzioni nel prossimo futuro.