A firma di Paolo Tanfoglio, CEO di Lokky
La normativa del Superbonus 110% è costellata di luci e ombre, rivelando le complessità e le sfide di una misura tanto innovativa quanto discussa. Inaugurato nel 2020 con l’intento di rivoluzionare il settore edilizio italiano attraverso massicci incentivi all’efficientamento energetico, il Superbonus ha visto una serie di aggiustamenti normativi volti a perfezionarne l’applicazione e a massimizzare il suo impatto. Tra questi: l’espansione dei termini di scadenza, l’inclusione di una gamma più ampia di soggetti beneficiari, l’aggiornamento dell’elenco dei lavori ammissibili, l’introduzione di rigide misure di controllo per prevenire le frodi, e l’adattamento delle modalità di godimento dei benefici, quali la cessione del credito e lo sconto in fattura.
I dati parlano chiaro: a febbraio 2024, il numero degli interventi di efficientamento energetico ammonta a oltre 480.000, con una spesa totale di 114 miliardi di euro e un tasso di completamento del 93,6%. Queste cifre, per quanto impressionanti, sono accompagnate da una recente corsa agli incentivi negli ultimi mesi dell’anno, motivata dalla volontà di beneficiare delle detrazioni prima del termine ultimo del 31 dicembre 2023.
Non solo. Il Superbonus ha influenzato una vasta gamma di proprietà, dai condomini, che hanno registrato il maggior numero di interventi con un totale di oltre 113mila interventi2, agli edifici unifamiliari, alle unità immobiliari indipendenti, e persino a 8 castelli. Tra le regioni con il maggior numero di asseverazioni, troviamo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana; mentre la Valle d’Aosta registra il numero più basso.
Se da un lato, quindi, la misura ha mostrato la sua efficacia attraverso un notevole volume di investimenti; dall’altra, le continue revisioni normative – tra decreti-legge, proroghe, leggi conversione e leggi di bilancio – hanno creato un panorama in costante mutamento, richiedendo agli addetti ai lavori un aggiornamento continuo. E anche per il 2024, ci sono infatti delle novità.
Modifiche fiscali e implicazioni per il settore edilizio
A partire dal 1° marzo 2024, è previsto un aumento della ritenuta d’acconto sui bonifici per lavori edilizi incentivati, passando dall’8% all’11%. Questa modifica, introdotta dall’ultima legge di Bilancio, riguarda il Superbonus, il bonus casa, e altri incentivi correlati, imponendo alle banche e agli uffici postali un ruolo attivo nella raccolta delle tasse. Sebbene teoricamente non dovrebbe influenzare i contribuenti o le imprese che eseguono i lavori, in pratica, potrebbe creare difficoltà per alcune imprese, spingendole a cercare finanziamenti aggiuntivi. Questo cambio normativo potrebbe inoltre incidere sulla domanda di lavori incentivati, complicando ulteriormente la situazione per le imprese edili già alle prese con la diminuzione degli incentivi disponibili e le nuove restrizioni sulla cessione del credito e lo sconto in fattura.
Novità Legislative e Contributo a Fondo Perduto
Il decreto 212/2023, noto come “decreto salva Superbonus”, ha introdotto misure per favorire l’avanzamento dei cantieri e salvaguardare i beneficiari. Tra le novità, spicca l’introduzione di un contributo a fondo perduto per le spese sostenute tra il primo gennaio e il 31 ottobre 2024 per i cittadini con redditi inferiori a 15.000 euro, purché i lavori abbiano raggiunto uno stato di avanzamento del 60% alla fine del 2023. Inoltre, per i lavori asseverati entro il 31 dicembre 2023, viene garantita l’agevolazione piena anche senza il doppio salto di classe energetica. Questo approccio mira a fornire sostegno ai soggetti più vulnerabili, pur mantenendo un certo rigore nelle spese pubbliche.
Comuni Terremotati
La continuità del Superbonus al 110% è garantita nei Comuni colpiti da eventi sismici a partire dal 1° aprile 2009, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. Questa misura evidenzia la volontà di fornire un sostegno mirato alle aree più vulnerabili dal punto di vista sismico.
Ecobonus e Bonus Ristrutturazione
Per il 2024, l’Ecobonus oscilla tra il 65% e il 50% per interventi di sostituzione di finestre, infissi, caldaie e per l’installazione di pannelli fotovoltaici. È prevista una detrazione fiscale distribuita in 10 anni, con una riduzione al 36% a partire dal 2025. Analogamente, il Bonus ristrutturazione persiste al 50%, con una detrazione fiscale su un massimale di 96.000 euro per unità immobiliare.
Cessione del Credito
Nonostante il divieto generalizzato all’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura, permangono alcune eccezioni che includono enti del Terzo settore, ONLUS, cooperative ed enti di edilizia popolare, che evidenziano un orientamento verso un supporto alle entità sociali.
Interventi Agevolabili e Modalità di Richiesta
I soggetti IRES possono beneficiare del Superbonus per spese su parti comuni condominiali. Gli interventi ammissibili includono miglioramenti energetici, antisismici, installazione di impianti solari fotovoltaici e molto altro. La richiesta del Superbonus segue le procedure stabilite dal Decreto Rilancio, senza variazioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2024.
In conclusione, mentre il Superbonus ha indubbiamente stimolato investimenti significativi e promosso l’efficientamento energetico, non possiamo ignorare il fatto che abbia dato spazio anche a chi se ne è approfittato, andando oltre i limiti di legge, e portato sfide finanziarie a lungo termine. L’incremento del deficit pubblico al 7,2% nel 2023, nonostante una crescita economica superiore alle attese, riflette le complesse dinamiche finanziarie scaturite dall’implementazione del Superbonus. La sfida per il 2024 sarà bilanciare la necessità di contenere le spese pubbliche con l’obiettivo di mantenere vivo l’impulso verso l’efficientamento energetico degli edifici. Le aziende che hanno investito in questi interventi, e i proprietari degli immobili coinvolti, dovranno navigare in un contesto normativo in evoluzione, con una particolare attenzione alla sostenibilità finanziaria e alle nuove opportunità che il Superbonus potrà ancora offrire.
Tra gli eventuali sviluppi futuri al vaglio, assume particolare rilevanza la questione della tassazione delle plusvalenze generate dagli interventi di ristrutturazione incentivati dal Superbonus. L’incremento di valore degli immobili, conseguenza diretta degli interventi di efficientamento energetico, potrebbe infatti essere soggetto a nuove forme di tassazione. Questa prospettiva solleva interrogativi su come equilibrare gli incentivi all’investimento con le necessità di bilancio dello Stato, senza disincentivare i beneficiari del Superbonus. La risposta a questa e ad altre questioni sarà determinante per definire il percorso futuro del Superbonus e la sua capacità di contribuire a una transizione energetica sostenibile e inclusiva.