Green marketing 2026: come cambiano i claim ambientali su schede prodotto, packaging e ADV

Da settembre 2026 entrano in applicazione in tutta l’UE le nuove regole che vietano i claim ambientali vaghi o ingannevoli e, soprattutto, bandiscono le diciture tipo “climate neutral” basate solo su compensazioni di CO₂. Per chi ha Partita IVA e vende al consumatore (online o in negozio) significa ripensare etichette, schede prodotto e copy pubblicitari già nel 2025–2026, con prove chiare a supporto.

Cosa non si potrà più dire (e come dirlo bene)

La nuova direttiva UE (2024/825) modifica le norme su pratiche commerciali scorrette e diritti dei consumatori. Dal 27 settembre 2026 gli Stati membri dovranno applicare le nuove regole che:

  • Vietano claim generici e non verificabili (es. “eco-friendly”, “green”, “sostenibile”) se privi di prova specifica riferita al prodotto o all’azienda.
  • Vietano etichette/“bollini” ambientali non basati su sistemi di certificazione approvati o schema pubblico.
  • Vietano i claim del tipo “climate neutral”, “CO₂ zero”, “impatto positivo” quando fondati solo su offsetting (compensazioni) senza riduzioni reali delle emissioni lungo il ciclo di vita.
  • Limitano i claim sul futuro (“net zero 2030”) se non supportati da piani credibili e verificabili.
    In pratica: puoi ancora comunicare benefici ambientali, ma devono essere specifici, misurabili e pertinenti al prodotto/servizio presentato.

Esempio pratico: non “climate neutral” su una T-shirt grazie all’acquisto di crediti; sì a “-30% emissioni in fase di tintura rispetto al 2022 (metodo X; report disponibile su richiesta)”. Lo stesso principio vale per servizi: niente “impatto zero” generico; sì a “50% dell’energia del laboratorio da rinnovabili certificate nel 2025”.

 

Schede prodotto e packaging: quali evidenze servono davvero

Secondo le FAQ della Commissione (novembre 2025), i claim devono poggiare su evidenze verificabili e aggiornate: dati di laboratorio, metodologie riconosciute (es. LCA per categorie dove è pertinente), percentuali reali (contenuto riciclato, riduzione materiale, consumi) e ambito chiaro (intero prodotto vs componente). Anche l’uso di etichette dovrà riferirsi a schemi certificati o pubblici; le etichette “inventate” a livello aziendale rischiano la rimozione. Su packaging conviene inserire claim mirati (es. “monomateriale”, “riciclabile nel flusso carta/plastica X”), indicare condizioni o limiti e, se usi QR, rimandare a una pagina prova con dati sintetici.

Cosa mettere in scheda: una riga chiara e circoscritta: “Bottiglia r-PET 50% (certificato fornitore n. …, lotto …); riduzione plastica -18% vs 2023; etichetta e tappo separabili per raccolta”. Se il beneficio riguarda solo l’imballo, dillo esplicitamente per evitare sovra-estensioni al prodotto.

ADV e marketplace: cosa cambia nelle creatività e nelle inserzioni

Le stesse regole valgono per pubblicità e listing sui marketplace. I network iniziano a filtrare claim ambientali estremi o vaghi: nelle creatività usa benefici specifici e coerenza tra banner, pagina di atterraggio e scheda prodotto. Nei marketplace, attenditi richieste di: fonte del claim, certificazione dell’etichetta, ambito (prodotto/intero brand) e data dell’ultimo aggiornamento. Gli operatori di piattaforma, allineati alla normativa consumatori, stanno rafforzando notice & action su contenuti potenzialmente fuorvianti: inserzioni con claim non conformi possono essere bloccate o de-indicizzate. Pianifica quindi un set di claim “puliti” e riutilizzabili, con una mini-libreria di prove pronte per le verifiche.

Esempio operativo: campagna social per scarpe: evita “100% sostenibili”. Usa “tomaia 60% materia riciclata certificata; suola sostituibile; riparazione disponibile in store” e collega il form di lead a una pagina con scheda prove.

Angolo Lokky: tutele assicurative per gli specialisti del marketing

Le norme non si “assicurano”: si rispettano. Ma le coperture Lokky aiutano a stabilizzare i costi quando qualcosa va storto.
RC Freelance: polizza studiata ad hoc per i liberi professionisti non iscritti ad albo, iea per tutelarli in caso di richieste di risarcimento da parte di terzi per il lavoro svolto;
Tutela legale: difesa in caso di contestazioni da parte dell’Autorità o di concorrenti;
Cyber Risk: copre data breach, indisponibilità dei contenuti o business interruption.

In pratica: crea un “evidence pack” leggero per ogni claim (misura, metodo, data), allinea schede/pack/adv e inserisci nei contratti con le agenzie le responsabilità sul contenuto ambientale (chi valida cosa). Con le giuste coperture Lokky, l’adeguamento alle regole diventa un vantaggio competitivo: meno rischi, più fiducia del cliente.


Il biennio 2025–2026 è il momento di ripulire il linguaggio ambientale di prodotto e canali: stop ai claim generici e all’uso disinvolto di offsetting, a numeri, fonti e ambiti chiari. Partire ora con claim verificabili, etichette certificate e pagine prova ti evita blocchi nel 2026 e migliora la credibilità del brand. Con Lokky puoi combinare Tutela legale e Cyber per gestire con serenità la transizione al green marketing conforme.