Le spie IoT che non ti aspetti: attenzione alla robotica casalinga

 

L’espansione dell’Internet of Things (IoT) nella vita quotidiana

In questi ultimi anni si vanno sempre più moltiplicando i dispositivi di Internet Of Things (IOT) ovvero tutti quegli strumenti dal design moderno che vengono utilizzati tra le mura domestiche connessi in rete. Proposti dalle grandi multinazionali impegnate nello sviluppo dell’AI (Intelligenza Artificiale), quest’ultima viene applicata anche alla domotica per migliorare la qualità della vita, ottimizzare le spese (in bolletta energetica per esempio regolando luci e temperatura), e in generale semplificare le giornate quotidiane dalle varie faccende di tutti i giorni, ad esempio pulendo gli alloggi.

Ormai se ne contano a decine in ogni abitazione, da smart TV a impianti di videosorveglianza, piccoli e grandi elettrodomestici, come l’aspirapolvere o gli assistenti personali intelligenti. Robot che è possibile controllare da remoto, grazie a comode applicazioni, e che aiutano le persone con le faccende domestiche che non si ha più il tempo di fare o dispositivi che consentono agli individui di rispondere a qualsiasi domanda e/o curiosità che vogliano soddisfare, come scoprire quale ricetta sfiziosa preparare agli amici invitati a cena, quali sono le news del giorno o il meteo per la settimana.

Quanto risultano sicuri i dispositivi IoT

Quello che forse non tutti sanno è che il rapporto vocale tra le persone e l’apparecchio è possibile perché l’apparecchio è dotato della capacità di ascolto di tutto ciò che accade nell’ambiente e non solo del comando vocale che di volta in volta gli possa essere impartito. Essendo continuamente in attività è in grado di ascoltare ed elaborare i suoni che percepisce nell’ambiente (e anche, attraverso i rumori i comportamenti di chi li produce), indipendentemente dal fatto che venga attivato attraverso comandi specifici.
È vero che alcuni strumenti, come ad esempio la versione Google Home, presentano anche un interruttore che dovrebbe consentire di interrompere la funzione microfono, e quindi anche la capacità di ascolto dell’apparato, ma ovviamente questo significa rinunciare, per il tempo dello spegnimento, a ogni funzionalità dell’apparato stesso.

Va tenuto inoltre presente che qualsiasi apparecchio IoT, esattamente come gli smartphone, resta comunque sempre in collegamento con i sistemi di ricerca e con gli apparecchi della casa ai quali è stato connesso. Il che significa che, esattamente come accade per gli smartphone, anche quando non viene usato esso trasmette in continuazione ogni rumore o altro fenomeno che è in grado di percepire anche grazie al fatto di essere interconnesso con gli altri apparecchi alla piattaforma che ne assicura il funzionamento.

Si potrebbe dire che queste nuove forme di Assistenti Intelligenti studiati per la casa possono anche essere definite come i moderni maggiordomi dell’era digitale, ma, esattamente come loro, sanno tutto di ciò che accade nella casa, registrano e ritrasmettono ogni cosa.
L’uso di questi oggetti comporta quindi la disponibilità a cedere a chi gestisce le loro piattaforme, i propri dati comportamentali, e tutte le informazioni relative a ciò che accade in casa che siano percepibili attraverso i suoni o le connessioni con gli apparecchi domestici.

Alcuni nuovi modelli risultano anche in grado di “vedere”, attraverso sensori video e foto, tutto ciò che è visibile dal punto nel quale saranno collocati nelle case, certi sono addirittura in gradi di vedere anche attraverso gli apparecchi con i quali risultano connessi, ad esempio la smart tv.
Questo non significa che questi dispositivi vengano ideati e sfruttati sempre per “spiare” i singoli utenti e i loro comportamenti. Sicuramente però possono venire utilizzati per la profilazione a fini commerciali.

Insomma, dagli smartphone con fotocamere multiple agli Assistenti digitali intelligenti per la casa, tutto fa capire che la tecnologia è in continuo movimento e che per il suo sviluppo è vitale la capacità di conoscere sempre più a fondo l’essere umano, le sue abitudini e i suoi comportamenti.
Per questo è bene che chiunque faccia uso di questi strumenti sia il più informato possibile e il più possibile capace di capire da solo i lati positivi e quelli negativi di ogni apparecchio che si mette in tasca o in casa.

Da tenere in considerazione anche la possibilità che questi dispostivi possano subire diverse tipologie di attacchi informatici. L’hackeraggio della domotica può impattare sul funzionamento delle abitazioni in molteplici scenari: la porta o le finestre esterne possono essere aperte per commettere furti, le abitudini giornaliere possono essere profilate, i dati sensibili possono essere rubati, o semplicemente le risorse computazionali a disposizione della casa possono essere utilizzate per gli scopi degli hacker.

Tutelare la propria privacy dai dispositivi IoT

Risulta evidente come tutelarsi da dispostivi IoT risulti importante per garantire la propria privacy. Per questo motivo è importante proteggersi dai possibili cyber attack presenti nei sistemi di domotica per tutelare in maniera ancora più sicura sé stesso e la propria attività. L’adozione della polizza Cyber Risk consente all’assicurato di tutelarsi dagli attacchi informatici e dalle conseguenti spese e perdite di dati e informazioni confidenziali. Inoltre, questa copertura fornisce l’intervento di un esperto per il recupero dei dati persi e per la decontaminazione da eventuali malware. Tutti questi sono servizi inclusi nella versione Smart, che prevede un massimale fino a €25mila.
Ai propri clienti Lokky offre anche la possibilità di stipulare una versione Top della polizza, che prevede un aumento del massimale fino a €250mila e l’inserimento di numerose garanzie aggiuntive, tra cui una Diaria giornaliera per interruzione dell’attività e la copertura delle spese per il ripristino dell’immagine aziendale.

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