Insurtech: oltre la metà delle PMI cerca polizze personalizzate

di Sauro Mostarda, CEO e CO-Founder di Lokky

Il CEO e CO-Founder di Lokky Sauro Mostarda è stato ospite alla Terza edizione della Fiera del
Credito di Milano, un’importante occasione in cui società e professionisti si incontrano e
confrontano sui cambiamenti e le innovazioni riguardanti il settore del credito, future pratiche,
strumenti e regole.

Nello specifico si è parlato del ruolo della tecnologia all’interno del processo di innovazione del
mercato assicurativo.

Il mercato assicurativo negli ultimi anni ha registrato profondi cambiamenti: la trasformazione
digitale e l’evoluzione dei modelli di consumo – a seguito anche del periodo pandemico – hanno
determinato la nascita di nuovi rischi e di nuove esigenze di copertura richiedendo a compagnie
assicurative e broker un’evoluzione verso un’offerta sempre più personalizzata e portando a
un’accelerazione di trend che erano già in atto in questo segmento di mercato”.

Secondo il CEO di Lokky innovare significa, infatti, “utilizzare le potenzialità della tecnologia e dei dati
per mettere il cliente al centro e offrire esperienze coerenti e autentiche che si connettono in modo
personale ad ogni utente. La possibilità di offrire servizi digitali più sofisticati si è evoluta nel tempo, e
così hanno fatto anche le aspettative dei clienti, che richiedono coperture assicurative sempre più
personalizzate, curate in tempo reale sui canali digitali durante l’acquisto delle polizze. Nell’ambito
dei Data Analytics, il Machine Learning permette alle imprese di superare i sistemi di
personalizzazione tradizionali, analizzando quantità di dati molto elevate e individuando le singole
esigenze di copertura”.

I numeri parlano chiaro: “da un’analisi di una nostra ricerca proprietaria, condotta su Micro-Imprese,
Professionisti e Freelance, è emerso che sul fronte assicurativo oltre la metà degli imprenditori
(51,5%) ha dichiarato di desiderare consigli e proposte personalizzate sulla base delle proprie
esigenze di copertura e che per tale scopo il 75,4% si è detto disposto a condividere informazioni sulla
propria attività professionale e oltre il 58% dati personali non sensibili. L’approccio totalmente
digitale, infatti, accelera e gestisce in maniera rapida, efficace, scalabile, la personalizzazione, le
preventivazioni su differenti prodotti, la firma digitale dei clienti, l’archiviazione sostitutiva dei
documenti (paperless) e supporta l’applicazione corretta delle nuove regole che puntano ad
incrementare la trasparenza e la tracciabilità dei consensi”.

L’opinione del CEO e CO-Founder di Lokky appare chiara: “Il settore assicurativo sta affrontando una
sfida importante: da un lato sta lavorando per migliorare la gestione e la qualità dei dati per
individuare meglio i rischi di ogni singolo cliente al fine di offrire prodotti accessibili, sostenibili,
modulari e, dall’altro, sta contribuendo a una vera e propria trasformazione culturale delle imprese italiane che storicamente hanno sempre avuto una cultura difensiva rispetto alla gestione del rischio
e ora stanno evolvendo verso un approccio al risk management come leva strategica di impresa”.

Lo stesso Cineas (Consorzio Universitario per l’Ingegneria Nelle Assicurazioni) ha dichiarato “le
aziende in cui il board è coinvolto vedono la gestione del rischio come un investimento strategico,
mirato anzitutto a consentire migliori decisioni. Nelle aziende dove la funzione di risk management
non arriva a dialogare con il board, invece, lo scopo principale della mappatura dei rischi è difensiva e
l’investimento viene visto come secondario. L’aspetto positivo tuttavia è che il coinvolgimento del
CDA nella gestione dei rischi è sempre più diffuso”.