A firma di Paolo Tanfoglio, CEO di Lokky
Anche il settore legale non è rimasto immune alla rivoluzione digitale in atto: un mercato storicamente tradizionale come quello forense sta attraversando infatti una trasformazione significativa grazie all’avanzamento delle tecnologie digitali.
Questa evoluzione, nota anche come Legaltech, fa riferimento all’uso di tecnologie e software innovativi per fornire servizi legali e supportare il settore giuridico.
Le applicazioni spaziano dalla gestione documentale all’automazione dei processi, fino all’impiego di intelligenza artificiale (AI) per l’analisi predittiva in ambito giuridico. Questi strumenti vengono utilizzati per svolgere compiti ripetitivi o operativi di base, come la redazione di documenti standard o le ricerche giurisprudenziali, migliorando così l’efficienza e la precisione delle attività legali.
Gli Stati Uniti detengono il primato del grande mercato del Legaltech, ma si prevede una crescita significativa anche in Europa e nell’Asia-Pacifico. Secondo le previsioni di Grand View Research, il mercato del Legaltech negli Stati Uniti raggiungerà i 19,02 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita attesa a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 7,8% dal 2024 al 2030. In Europa, invece, crescerà a un CAGR di circa l’8,9% dal 2024 al 2030, raggiungendo circa 11,58 miliardi di dollari.
In Italia, il settore del Legaltech è ancora una nicchia circoscritta, ma sta registrando una crescita significativa. Secondo il Legal Tech Report 2024 , il giro d’affari del Legaltech italiano è cresciuto di 12 milioni di euro tra il 2017 e il 2022, raggiungendo complessivamente i 35 milioni di euro. Attualmente, si contano circa 89 imprese attive nel settore; tuttavia, il 50% di queste aziende è ancora allo stato di progetto. Le scale-up , ovvero le aziende che hanno superato il milione di euro di fatturato, sono passate dal 5% all’8%, mentre le start-up rappresentano il 34%, pari a 29 aziende. Il rapporto evidenzia anche un notevole incremento nelle nuove costituzioni, con 27 nuove aziende registrate dal 2019, di cui 12 solo nel 2021. Questo boom è attribuibile all’adozione di soluzioni tecnologiche post-pandemiche per supportare gli studi legali.
L’adozione del Legaltech offre difatti numerosi vantaggi. La semplificazione e l’efficienza delle pratiche legali permettono di gestire un maggior volume di lavoro con maggiore precisione e minori rischi di errore. Inoltre, la negoziazione e la gestione dei contratti possono essere svolte in modalità completamente digitale, riducendo tempi e costi. Una recente indagine di Deloitte Legal mostra infatti che i dipartimenti legali italiani hanno investito principalmente in software di firma digitale (utilizzato dal 70% degli intervistati), archiviazione (46%) ed e-billing (44%).
L’analisi predittiva è un’altra area chiave, permettendo strategie processuali più informate. Anche l’adozione della blockchain nel Legaltech apre nuove possibilità per la certificazione e la verifica sicura e trasparente dei documenti legali. Infine, la realtà virtuale (VR) può avere un impatto significativo, offrendo ambienti giuridici simulati per la formazione di avvocati e studenti.
Nonostante i numerosi vantaggi, l’evoluzione del Legaltech pone anche diverse sfide, soprattutto in termini di etica e regolamentazione. Man mano che le tecnologie si integrano nei processi legali è infatti fondamentale sviluppare standard per l’uso etico dell’intelligenza artificiale e garantire trasparenza e responsabilità. Inoltre, si presuppone un impegno continuo alla formazione e all’adattamento da parte dei professionisti del settore. Un’altra sfida cruciale riguarda la cybersecurity. Con l’aumento della digitalizzazione, il settore legale diventa infatti un bersaglio sempre più attraente per i cyber criminali.
Il Rapporto Clusit 2024 offre una panoramica preoccupante degli incidenti di sicurezza avvenuti nel 2023, con 2.779 attacchi gravi a livello globale, un aumento del 12% rispetto all’anno precedente.
L’Italia ha subìto l’11% di questi attacchi, un incremento significativo rispetto al 7,6% del 2022. Il 56% degli attacchi ha avuto ripercussioni di gravità critica o elevata. Inoltre, esaminando i dati degli ultimi cinque anni, risulta che più del 47% degli attacchi complessivi registrati in Italia dal 2019 si è verificato nel 2023.
Le crescenti minacce informatiche hanno un impatto diretto sul mercato delle assicurazioni, in particolare sulla cyber insurance. Secondo il Cyber Report 2024 di Howden , però, solo il 27% delle aziende italiane è coperto da una polizza assicurativa contro i rischi legati alla sicurezza dei dati, e il 40% delle aziende non ha nemmeno i requisiti minimi per stipulare una polizza.
Tuttavia, il mercato globale della cyber insurance è in forte crescita. Il rapporto prevede che il mercato globale passerà da 15 miliardi di dollari nel 2024 a 43 miliardi di dollari entro il 2030. In Europa, si stima una crescita significativa della raccolta premi, con un potenziale incremento di 700 milioni di euro solo quest’anno. Questo scenario evidenzia come, nonostante l’aumento degli attacchi informatici, i prezzi delle coperture assicurative continuino a scendere, grazie a difese sempre più efficaci e a un migliore controllo del rischio.
Nel contesto dell’aumento dei rischi informatici, il governo italiano ha introdotto una nuova legge sulla cyber security, entrata in vigore il 17 luglio 2024, che impone una serie di obblighi stringenti per rafforzare la protezione contro le minacce digitali.
Tra le misure principali, la legge obbliga le pubbliche amministrazioni e le istituzioni finanziarie a segnalare tempestivamente qualsiasi incidente all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) entro 24 ore dalla loro scoperta. Inoltre, la legge stabilisce requisiti di sicurezza specifici che devono essere rispettati nei contratti pubblici relativi a beni e servizi informatici, garantendo che le pubbliche amministrazioni adottino misure adeguate a proteggere i dati sensibili. È anche previsto l’obbligo per le amministrazioni di istituire strutture dedicate alla cybersicurezza, con un referente unico per l’ACN, per coordinare gli sforzi di difesa. A livello penale, la legge introduce modifiche significative, inasprendo le pene per una serie di reati informatici, in linea con l’escalation delle minacce cibernetiche. Parallelamente, la Commissione Europea ha lanciato un bando di 102 milioni di euro per sostenere progetti di cybersicurezza sia a livello nazionale che europeo, con l’obiettivo di potenziare le capacità di difesa contro le minacce digitali, offrendo un’importante opportunità per imprese, PMI e pubbliche amministrazioni di migliorare la propria resilienza cibernetica.
Il Legaltech rappresenta una trasformazione profonda nel settore legale, portando con sé opportunità senza precedenti in termini di efficienza operativa, precisione e innovazione. Tuttavia, il rapido progresso tecnologico non è privo di sfide. Le questioni etiche e regolamentari richiedono una costante attenzione per garantire un utilizzo responsabile delle nuove tecnologie, in particolare dell’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, la cybersecurity emerge come una priorità critica, dato il crescente numero di attacchi informatici che minacciano il settore legale. La nuova legislazione italiana sulla cyber security e le iniziative europee rappresentano passi fondamentali per costruire un quadro di protezione solido. Le implicazioni assicurative, con un mercato della cyber insurance in espansione, sottolineano la necessità per aziende e istituzioni di adottare strategie di difesa proattive e assicurative. Guardando al futuro, il successo del Legaltech dipenderà dalla capacità di bilanciare innovazione e sicurezza, garantendo che l’adozione di nuove tecnologie sia accompagnata da misure adeguate volte a proteggere dati sensibili e mantenere la fiducia nel sistema legale.