A firma di Sauro Mostarda, CEO di Lokky
Se guardiamo a quanto accaduto negli ultimi anni, l’Italia ha vissuto una vera recrudescenza dei furti aziendali, affiancata da un’impennata di attacchi informatici. E secondo le stime per il 2025, la tendenza non solo non si arresta, ma peggiora, soprattutto per le imprese che continuano a sottovalutare l’importanza della prevenzione e della protezione.
Secondo il Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2024 del Ministero dell’Interno, i furti ai danni delle imprese hanno registrato un aumento significativo, colpendo in particolare la logistica e il commercio al dettaglio. Per quanto riguarda le rapine, gli esercizi commerciali costituiscono il 13,6% del totale, seguiti da locali ed esercizi pubblici (3,8%), farmacie (1,3%), distributori di carburante (0,6%), uffici postali (0,5%), tabaccherie (0,4%) e sportelli bancari (0,3%). Il rapporto segnala una recrudescenza generalizzata di questi reati, con l’unica eccezione delle rapine in banca, in tabaccheria e ai distributori, che hanno registrato rispettivamente un calo del 35,5%, 23% e 12,1% rispetto all’anno precedente.
Anche la percezione del rischio da parte degli imprenditori è in crescita. Un’indagine di Confcommercio ha rilevato che il 30% degli operatori del terziario teme un peggioramento della sicurezza. I furti sono la prima preoccupazione (28%), seguiti da atti vandalici (25,4%) e rapine (25,3%). Non stupisce infatti che oltre l’80% delle imprese abbia già investito in sistemi di videosorveglianza e allarmi antifurto.
Ma non si tratta solo di furti materiali. Il 2024 ha visto anche un significativo aumento degli attacchi informatici. Il Rapporto Clusit 2025 riporta 3.541 incidenti cyber gravi a livello globale, con un incremento del 27,4% sull’anno precedente. L’Italia, da sola, ha subito il 10% di questi attacchi, nonostante rappresenti meno del 2% del PIL mondiale, registrando un +15%. I settori più colpiti? Logistica e trasporti, ancora una volta, ma anche sanità e media. Gli attacchi al comparto sanitario sono aumentati dell’83%, mentre crescono in modo esponenziale anche le minacce ibride e l’uso criminale dell’intelligenza artificiale generativa. Modelli come GPT-4 sono già sfruttati per creare contenuti fraudolenti sempre più credibili, capaci di eludere anche i sistemi più sofisticati di difesa.
Nonostante i segnali d’allarme, solo il 15% delle PMI italiane adotta un approccio realmente strutturato alla cybersicurezza. Il resto – oltre la metà – si dichiara poco o per nulla preparato, secondo il Rapporto Cyber Index PMI 2024 di Confindustria. Anche se quasi tutte le aziende dichiarano di aver attivato qualche misura di protezione, da una recente ricerca, il divario tra grandi imprese e PMI rimane evidente, soprattutto in termini di investimento: si va dai 12.000 euro all’anno delle piccole imprese fino ai 70.000 euro per quelle con oltre 250 dipendenti.
A confermare questo scenario complesso anche il Cybersecurity Readiness Index 2025, che colloca solo il 4% delle organizzazioni globali in una fascia di preparazione “matura”. In Italia, 8 aziende su 10 hanno affrontato incidenti legati all’uso dell’intelligenza artificiale, ma appena il 38% degli intervistati dichiara che i propri team comprendano appieno i rischi collegati. Solo il 30% sa come i cybercriminali stiano sfruttando l’AI per colpire con maggiore efficacia.
Questa scarsa preparazione si riflette nella gestione quotidiana della sicurezza IT: il 39% delle aziende italiane ha subito violazioni a causa di infrastrutture digitali frammentate. Due terzi degli intervistati temono attacchi esterni da parte di gruppi organizzati, spesso sponsorizzati da Stati. E il 51% delle imprese italiane prevede un’interruzione delle attività nei prossimi 12-24 mesi per colpa di incidenti informatici. A livello globale, il dato sale al 71%.
Che cosa possono fare le aziende? La risposta passa da una strategia integrata, che unisca prevenzione fisica, difesa informatica e coperture assicurative. L’installazione di sistemi di videosorveglianza, il controllo degli accessi e la formazione continua del personale restano misure fondamentali. In ambito cyber, è indispensabile investire in soluzioni di sicurezza unificate e potenziate dall’AI, oltre a mantenere aggiornati i sistemi e promuovere una cultura digitale interna solida. Anche le assicurazioni diventano un alleato strategico. Le nuove polizze per aziende coprono non solo i danni da furti e rapine — comprese attrezzature, macchinari e merci — ma anche le conseguenze economiche di attacchi digitali: costi di ripristino dei sistemi, assistenza tecnica, sanzioni GDPR e persino richieste di riscatto.
L’estate mette spesso in luce le vulnerabilità delle imprese italiane di fronte a minacce sempre più sofisticate, sia fisiche che informatiche. La combinazione di furti tradizionali e attacchi cyber richiede un approccio integrato alla sicurezza, che includa investimenti in tecnologie avanzate, formazione del personale e una revisione delle strategie di protezione. Le previsioni per l’imminente estate 2025 sottolineano l’urgenza di queste misure, con l’obiettivo di garantire la resilienza e la continuità operativa delle imprese nel contesto di un panorama di minacce in continua evoluzione.