Differenze tra ditta individuale e libero professionista

In collaborazione con il nostro partner F2D, abbiamo deciso di approfondire meglio quali siano le differenze tra ditta individuale e libero professionista.

Sono molte le motivazioni che possono spingere a svolgere la propria professione in maniera del tutto indipendente, senza alcun vincolo di subordine: perché può risultare più conveniente dal punto di vista economico, perché non si vuole più essere dipendenti ma gestire in maniera autonoma la propria attività o, semplicemente, perché si ritiene che sia giunto il momento di mettersi in gioco in prima persona nel mondo del lavoro. 

Si tratta, in ogni caso, di una decisione importante e da ponderare con cura. Non solo dal punto di vista strettamente professionale, ma anche da quello degli obblighi connessi, a partire dalla gestione della burocrazia, della previdenza, del fisco e delle tasse. 

L’obbligo della Partita IVA

Per prima cosa è bene sapere che per iniziare qualsiasi attività imprenditoriale in maniera autonoma è necessario aprire la partita Iva. Si tratta di un obbligo e pertanto non esistono possibilità alternative se si vuole svolgere una attività professionale in maniera abituale e continuativa in questa modalità, al di là del fatturato che si riuscirà ad ottenere. 

Altra questione importante da tenere presente è la differenza tra liberi professionisti e ditta individuale. Spesso, erroneamente, si crede infatti che il singolo soggetto possa scegliere il proprio inquadramento, mentre anche questo aspetto è normato da leggi ben precise. 

Semplificando, si può dire che i liberi professionisti sono i lavoratori autonomi che svolgono un’attività prevalentemente intellettuale; nell’inquadramento di ditta individuale rientrano invece le attività autonome svolte da commercianti e artigiani. 

E ancora, i liberi professionisti hanno solitamente queste caratteristiche:

  • una professionalità ed esperienza acquisita anche tramite percorsi di istruzione specifici
  • offrono un servizio ad alto contenuto intellettuale
  • possono offrire solo servizi e non beni
  • sono spesso iscritti ad ordini, albi e categorie

Liberi professionisti possono essere, ad esempio, medici, ingegneri, geometri, veterinari e avvocati. 

Le ditte individuali, invece: 

  • comprendono artigiani (ovvero coloro che svolgono attività manuali) e commercianti (che acquistano e rivendono beni e servizi) che lavorano in proprio
  • sono obbligate alla registrazione presso il Registro Imprese della Camera di Commercio della provincia di appartenenza
  • se l’attività viene svolta in ambito familiare, possono essere inquadrate come impresa familiare o impresa coniugale. 

Tra le ditte individuali rientrano, ad esempio, idraulici, parrucchieri, elettricisti, negozianti, ambulanti e grossisti.

Il diverso inquadramento tra libero professionista o ditta individuale comporta notevoli differenze anche a livello burocratico e fiscale: incombenze che si aggiungono al già gravoso impegno di gestire in piena autonomia la propria attività. L’ideale sarebbe potersi rivolgere a professionisti in grado di gestire tutti questi aspetti, senza alcun problema o pensiero per i lavoratori.

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